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Ora funesta

    Al risveglio per un’ora fa meditazione, mezz’ora per gli esercizi fisici e mezz’ora per la colazione. Venti minuti in bagno. Poi legge i giornali, in un’ora si informa su tutto. Un’ora e mezza la passa a scrivere lettere d’amore a sconosciute e leggere quelle che gli arrivano, sperando di trovare il grande amore. L’ora successiva è dedicata agli appuntamenti, eleganti e discreti, con queste sconosciute. Prepara il pranzo, mangia e lava i piatti nell’ora successiva. Poi mezz’ora di sonno. Un’ora per studiare pianoforte, un’ora per leggere i classici, seguita da un’ora di narrativa contemporanea o saggistica. Cinquanta minuti al giorno li dedica ad aiutare il prossimo. Mezz’ora per fare la spesa. Un’ora e dieci a lottare contro ogni forma di potere. Due ore sono dedicate all’angoscia, interrotte da un’ora di sonno agitato. Nei ritagli di tempo si è costruito una famiglia, a cui dedica un’ora e mezza. Poi rimane paralizzato per un’ora dalla paura della morte. Quaranta minuti per la cena e venti minuti di assenza fissando il vuoto. Poi due ore per guardare film o telefilm di scarso interesse, mezz’ora in faccende varie. Per fortuna una buona rendita lo emancipa dal lavoro. Quattro ore di sonno, mezz’ora di terrore puro, quaranta minuti di sesso, non tutti i giorni. Un’ora al giorno a fare progetti per il futuro. Le sue giornate durano 28 ore. Per questo Austo morirà qualche anno prima del previsto, senza farci troppo caso, preso dalla sua routine quotidiana.

    Ivan Talarico

    Apparso sul Multiperso il 5 luglio 2022
    Pubblicato in Multiperso, antologia di microfinzioni a cura di Carlo Sperduti, Pièdimosca Edizioni, 2023

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