Avide sta pensando alle foglie morte quando vede due sfere di cioccolato sul tavolo e distrattamente le mangia. Non sa da dove vengano ma non si fa domande, mastica e ingoia con soddisfazione. Subito viene colpito da un forte dolore che lo tiene sveglio tutta la notte. Forse è il caso di andare dal dentista, pensa. Domani ci andrà. In realtà quelle che ha mangiato non erano due palline di cioccolato, ma due pianeti minori, la cui orbita li ha portati a trovarsi appoggiati sul tavolo proprio nell’istante in cui Avide li ha visti. Due pianeti abitati da molte specie, miliardi di esseri viventi animali, vegetali spazzati via senza pietà dall’avidità di Avide. Civiltà millenarie distrutte da una sfortunata traiettoria. Il giorno dopo Avide è felice di sentire dal dentista che non c’è traccia di carie. Il dolore però dura ancora qualche giorno e non è dentale ma mentale. È il dolore inconscio della strage, dell’estinzione, dello sterminio insensato. Avide riprende la sua vita inconsapevole del disastro che ha combinato, come un dio distratto, disinteressato al suo stesso creato.
Ivan Talarico
Apparso sul Multiperso il 15 maggio 2022
Pubblicato in Multiperso, antologia di microfinzioni a cura di Carlo Sperduti, Pièdimosca Edizioni, 2023